Lo dicevo io, non fidatevi.

Non fidatevi.

Di me, dico.

Eh, sono Sconformato anche per questo.

Giusto un paio di giorni fa ho promesso che il prossimo post sarebbe stato scritto a manina.

Con la penna, dico.

Quindi non dovrei ritrovarmi qui a scrivere sulla tastiera del Mac.

Eppur son qui. Col Mac.

È che, nel frattempo, ho ragionato un attimo sui cambiamenti e sono arrivato alla strabiliante conclusione

che è tempo di cambiare.

Si si, via tutto.

Tagliamo.

Di questi tempi.. si taglia tutto e tagliano tutti.

Nessuno escluso.

A ‘sto giro.

Sconformato la pianterà con i suoi pensieri raffazzonati(2).

E la pianterà pure con se stesso.

Si va alla morte, gente.

Nessun link nascosto alla nuova casa (se mai ce ne sarà una – che dite?), nessun easter egg.

Non si tenti di leggere tra le righe, tra queste righe non c’è scritto nulla.

Quei pochi che mi leggono non hanno speranze.

E poi una morte prematura di blog la si è già vissuta, anche se imposta.

Ah.. quanto mi piaceva pensieriraffazzonati ! c’erano proprio un sacco di spunti interessanti.

Certo non dovrei dirlo, io.

Eh beh, ma è oggettivo veh.. uh quante acca.. e puntini.. è che mi faccio prendere la mano quando inizio..

Comunque sia, dicevo, il blog.

La prima versione non si scorda mai.

Per quanto riguarda il 2.. si.. diciamo che è stato.. come dire.. un due.

E il 2 non potrà mai essere un uno.

Quindi bon, è stato comunque un piacere,

salut.

S

Ps. Siccome, in fondo, un po’ ci tengo a mantenere le promesse mo’ due righe le scrivo.

addio-2

Continuavano a chiamarlo Divago, Dott. Divago.

Eh.. Bon..
Riecchice qua.
E ora?
Mi piace più dire “ed ora”, ammetto.
È che, purtroppamente, come direbbe Mancini, non è tecnicamente corretto. Che poi, volendo, a parlar di Mancini si dovrebbe aprire tutt’un discorso tutto che ve lo spiego.. Si, ve lo spiego in uno dei prossimi post, dico. E giusto per ricordarvi che io so’ io, non state lì ad aspettare uno dei prossimi post, potrebbe non arrivare mai.
Ma torniamo sul pezzo, e ora? Ora sono tornato caro blogghe.
E non è tanto per quella scusa dei 140 caratteri – oh pochi son pochi comunque – è che mi mancava lo scriverti sopra. Non ti ho mai scritto sopra in vero, mai sporcato d’inchiostro. Si si.. ti ho svomitazzato qua e là un sacco di fregnacce è vero, ma il digitare sulla minuscola tastiera del telefono non è propriamente Scrivere. Per quello ci vuole anche un certo impegno fisico. Ci vuole coordinazione, se ci tieni alla forma.
Beh, famo così, la prossima volta ti scrivo pe’ davero e riprendiamo da dove s’era rimasti veh!
Notte

A volte, ritornano.

Dunque.
Un mese è passato.
Giusto giusto oggi.
La realtà si è manifestata.
E, quella zozza, ha decretato che quel mese si trasformasse in due.
Mesi.
Ecco.
Che poi, oh, magari oltre il secondo mese ci scappa pure qualche altro giorno veh..
Quella è infima.
La realtà, dico.
Sai mai dove va a parare.
Non mi sono comunque scordato di te, blog.
Non dubitare.
Io ritorno, sempre.

Ohhh! Sono vivo neh!

Ciao Blog.. Scusa.
Si lo so, ti ho trascurato.
Sai com’è, la vita.
Quella di chi corre a cazzo di cane.
Tieni duro dai.
Se tutto va liscio fra un mesetto avrò tempo da dedicare anche a te.
E niente più cazzi di cane!
Fai qualche scongiuro per me però..
Che qua si rischia tutto veh..
Cia’
p

E non hai capito ancora come mai.

Alle volte non sono comprese.

Le ultime carte, dico.

Tu le giochi e pensi che non c’è nulla da perdere.

Ed è vero.

Serve solo un po’ di realismo.

Che magari capisci che non è possibile gioca’ ste’ carte.

Cioè, le hai, tienitele..

Parlo degli ultimi, preziosi, tentativi di stupire.

Magari ti risparmi.

Figuracce, dico.

La gente fa così.

Pare sia vergogna.

Eppure non capisco.

Perché minchia tenersele?

La mano è l’ultima, siamo già agli sgoccioli.

Tenta il tutto per tutto.

Nulla da perdere.

Anche se sono solo quattro giorni che la ami.

Anche se non ci sono evidenti motivi per amarla.

Anche perché, prima o poi, la persona che lo riesce ad intuire è.

Lei.

Tutto è più chiaro che qui.

If songs were lines in a conversation the situation would be fine.
Questa, fino alla frase sopra, era una bozza. Di due/tre mesi fa.
È diventata una ripresa. Si, una reprise, per i numerosissimi jazzisti che seguono questo blog. Comunque sia, ricominciamo da qui. Che è da mo’ che non scrivo. Basta perbenismo. Me so’ stufato. La gente ha bisogno di sentire la cruda realtà. In ogni ambito. E se non lo capisce dite? Beh, bon. Cazzi loro. Vedi la realtà a modo tuo? Sei spinta dai migliori propositi, ma dispensi consigli senza avere reale percezione di ciò che ti circonda? Fottiti. Hai supposto fossi avventato e pensassi solo a me in quel contesto? Pace. Peace. No hay problema. Non mi ci metto a spiegare i perché. L’ho sempre fatto e non è mai valso a nulla. Servirebbe a qualcuno, quindi?
Chi non vuole capire non può comprendere.
Ma, allora, ché sto a di’?!
Boh.
È che me piace tanto dillo. Autocompiacimento? Si, può essere. Lo ammetto. È un problema?
Non è il mio.
Salut.
P.

Assolutamente, no.

Che poi pare che non si capisca ché scrivo.
Beh, effettivamente, rileggendo non l’ho capito nemmeno io.
No, dico, l’ultimo post, non mi ricordavo a cosa si riferisse.
Son due giorni che ci penso.
Penso a quella cosa che stavo per dire e poi non ho detto.
Sarà questa cosa? Sarà quest’altra? Mah..
Ora mi sono fatto un’idea.
Ben chiaro ho lo spirito con il quale mi sono messo a digitare.
E capisco ora cosa mancasse al post.
D’altro canto è pur sempre un post.
Per poca cosa possa sembrare, solo una tag avevo omesso.
#assolutamenteno
A quasi tutti i lettori sarebbe stato, a quel punto, tutto più chiaro.

Che è meglio.

All’orizzonte nulla da segnalare disse il mozzo di bordo.
E il mozzo si sbagliava.
C’era un sacco di roba da segnalare..
E vacca puzza,
chissà come, non se ne era accorto.
Ed io, già che si parla di segnalazioni,
qualcosa l’avrei da segnalare (Alla fine sono qui per questo).
Dunque, mi sbilancio, la segnalazione è positiva.
Il ché mi inscrive, di fatto, nell’insieme dei veditori di bicchieri mezzi pieni.
Pian piano mi sto avvicinando.
Non ho ancora trovato ciò che cerco,
ma quantomeno mi sto avvicinando!
Cribbbio!
Si, con tre b, per enfatizzare.
Ciò che cerco era da intendersi personificato, ovviamente.
Era più un “quella che sto cercando”.
Lo dico per chi non mi conosce, non potrebbe capire.
Stasera sono in esplicito-mode, per intenderci.
Comunque sia..
Non era questo lo stimolo del post.
Si.. Ho i miei tempi.
Lo scritto, nelle mie intenzioni, era partito da un altro spunto.
Ma come disse Vasco “ormai è tardi”.
Lo spunto non ha più senso.
Lo tengo per la prossima volta.

Che , come disse Quattrocchi, è meglio.

Sconclusionato.

“Quest’alba è una benedizione, un bacio, una carezza, una consolazione.”

Non è l’alba, ancora.
Penso possa valere, comunque.
Il mio ragionamento, dico.
Ragionamento poi..
Certo non è l’alba.
Per me lo è.
E chissa’ come mi si vede.
Dall’esterno, dico.
Io mi vedo.
Forse mi vedo male.
Probabilmente mi vedo male.
Alticcio si, lo sono sempre stato.
Forse in questo momento lo sono troppo poco.
Altrimenti non ci farei caso.
Non farei caso all’impressione che potrei dare.
Ora.
E comunque nun ce la fo’.
Il ragionamento, di cui sopra, non lo
ricordo nemmeno.
La canzone in loop, in sottofondo, continua a riportarmi altrove.
E mi ci lascio portare.
Il loop l’ho messo io, in fondo.
Quindi bon, stasera non c’è Dott.Divago che tenga, stasera sconclusionato sono.

Il post-eur. 3.

Forse è tempo di un altro post.
Forse è il tempo.
Certo è che.. Insomma…
“Assolutamente no”..
Nun se po’ senti’..
E perdonate la moltitudine di puntini.
Onore al merito, comunque.
Diretta, precisa, nessun margine.
Assolutamente no.
Pulito.
Apprezzabile.
Desiderato.
Si perché di “sono stanca”, “me fa ffatica” e “arriva un’amica dall’america” mi ero un pelo rotto i coglioni.
Passate il francesismo.
Che poi non ho idea del perché si dica “passate il francesismo”.
L’idea, in realtà, ce l’ho.. è che sono curioso.
Chi l’ha detto la prima volta?
Sono così sicuro che sia stato effettivamente detto ed inteso nello stesso modo in cui lo intendo io?
Ma poi.. “ce l’ho” si scrive così?
E di quel “ma” prima del “poi” ne vogliamo parlare?
Dubito.
Cogito.
Dunque sono, io.
Si, sono io.
Chi?
Io.
Io chi?
Io.
Ah.
Ok.
Io.
Il posteur.